IL CAVALIERE INESISTENTE, di Italo Calvino
Una recensione di Michela Caspani e Davide Faini, classe I M, del romanzo di Italo Calvino
Il cavaliere inesistente è un romanzo di Italo Calvino.
La storia, ambientata al tempo di Carlo Magno, si sviluppa attorno al personaggio di Agilulfo, un diligente cavaliere rappresentato da una bianca armatura, in realtà vuota, e affiancato da Gurdulù, suo futuro scudiero.
Essi sono due personaggi diametralmente opposti: Agilulfo, come si può notare dal titolo del libro, inesistente, è un cavaliere che agisce utilizzando solo la forza di volontà e la fede; il secondo invece c‘è, ma è come se non ci fosse, poiché privo di coscienza.
Il cavaliere è presentato come un personaggio privo di un corpo e di emozioni; vive con il solo scopo di agire e non d’essere.
Nei primi capitoli viene anche presentato il cavalier Rambaldo, il quale vuole vendicare il padre ucciso. Il giovane è innamorato della bella Bradamante che però non ricambia il sentimento, poiché il suo uomo ideale è rappresentato da Agilulfo.
Lo spannung avviene quando Torrismondo svela di essere il figlio di Sofronia, la donna creduta vergine da Agilulfo e da quest’ultimo salvata da un gruppo di briganti.
Il “Cimiero inesistente”, come viene definito nel libro, alla scoperta della notizia si sente ferito nell’onore e, pur di non perdere la sua dignità, parte alla ricerca di Sofronia. Con l’aiuto di Gurdulù si mettono sulle tracce della presunta vergine, della quale Torrismondo si era perdutamente innamorato. Dopo averla trovata, i due scoprono di non avere alcun legame di sangue e quindi possono sposarsi.
Particolarmente rilevante è quando Agilulfo cede la sua armatura a Rambaldo… Il cavaliere a questo punto è davvero inesistente e rappresenta la sconfitta dell’uomo di ogni tempo contro quella lotta perpetua che è la vita.
Con questo romanzo, penso che Calvino abbia voluto, inoltre, far capire ai lettori che al giorno d’oggi, così come nel passato, spesso gli uomini si nascondono dietro una corazza, dimostrandosi apparentemente forti e coraggiosi per non far trasparire le proprie fragilità. In realtà è dietro questa parvenza di forza che ognuno di noi cela le proprie debolezze.
Si potrebbe, quindi, anche affermare che il cavaliere inesistente rappresenti, da un certo punto di vista, alcuni uomini moderni che curano la propria esteriorità a discapito dei veri valori del proprio animo umano.
Michela Caspani e Davide Faini