5 RAGAZZI E UN ALIMENTATORE
Scuola 3.0? All’Itis Einstein di Vimercate sembra di sì! Cinque ragazzi di terza C, alla richiesta di una relazione su un argomento affrontato in classe, hanno proposto la realizzazione di un video che avesse come protagonista l’“alimentatore elettrico”. In più, recuperando dei materiali da un vecchio PC, hanno dimostrato come nulla vada mai semplicemente “buttato”.
Nella scuola Itis Einstein una semplice ora di telecomunicazioni si è trasformata nell’input che ha dato inizio al progetto per la trasformazione di un semplice alimentatore in un alimentatore da banco e alla realizzazione di un video che ne raccontasse la realizzazione. Federico Romeo, David Campitiello, Fabio Biffi, Gabriele Toselli e Alessio Cantamesse sono i cinque alunni che hanno deciso di intraprendere questo progetto proposto dai professori Claudio Cancelli e Salvatore Pagano, grazie anche alla disponibilità della prof.ssa Maria Clara Luciano che ha concesso loro alcune delle sue ore.
Questi cinque ragazzi di terza, infatti, alla richiesta di una relazione su un argomento affrontato in classe hanno pensato di realizzare un video. Sempre più spesso viene affermato che il metodo d’insegnamento è obsoleto per la società in cui vivono i giovani; questo, dicono i ragazzi, perché i professori sarebbero “vecchio stampo” e “chiusi rispetto alla nuova mentalità”. Quando però i cinque ragazzi, al momento di ricevere la consegna del compito, hanno proposto di realizzare un video, hanno trovato la collaborazione dei loro docenti.
Il video si intitola “Cinque ragazzi e un alimentatore” e mira a esporre la realizzazione, in ogni sua fase, di un alimentatore a uscita variabile. “L’alimentatore era la base, certo, ma abbiamo voluto tirare in mezzo anche il riciclo dei materiali”, dice David, quando gli viene chiesto il motivo dell’utilizzo di un alimentatore di un vecchio PC. “Chi pensa che buttare un computer rotto sia una buona idea dovrà ricredersi.” Non sempre se un oggetto è rotto bisogna buttarlo: prima di ciò, sarebbe meglio verificare che al suo interno non ci sia qualche elemento che potrebbe tornarci utile e usarlo per altri scopi.
“Abbiamo lavorato di squadra, ognuno di noi ha una competenza che manca agli altri: è bastato poco per unire le forze e realizzare il progetto. Siamo partiti senza sapere dove saremmo arrivati, soprattutto senza sapere se l’idea sarebbe potuta piacere al professore”. I ragazzi si sono divisi bene i compiti: Federico e Fabio erano un po’ i coordinatori del progetto, David e Alessio si sono impegnati molto con l’aiuto dei due professori nella dissaldatura dei fili per poterli legare assieme e collegarli alle boccole e dedicarsi al controllo delle tensioni con il voltmetro. Controllato il corretto funzionamento dell’alimentatore, i ragazzi hanno stampato e plastificato una nuova etichetta per illustrare le tensioni dell’alimentatore. Nel frattempo, tutti i passaggi venivano ripresi da Gabriele con la sua fotocamera. Infine, si sono dedicati a registrare le tracce audio e a fare disegni alla lavagna per illustrare l’alimentatore, i suoi componenti e il loro utilizzo.
Il progetto, a detta dei ragazzi, ha permesso lo sviluppo di alcune capacità che non sarebbero state stimolate durante la stesura di una relazione scritta o di un comune compito. I video, intesti come “mezzi per trasmettere”, sono uno degli strumenti più efficaci dell’educazione 3.0. I ragazzi hanno cercato di dimostrare che si può uscire dai canonici schemi dell’educazione nella sua forma “statica”, in modo da rendere l’attività scolastica e l’apprendimento più vicini alla realtà del loro tempo.
Gabriele Toselli, David Campitiello, Federico Romeo