10 motivi per leggere… LA VITA NOVA di Dante Alighieri
Il 25 marzo dell’anno 1300, secondo gli studiosi, Dante Alighieri iniziava il suo viaggio nell’Adilà narrato nella Divina Commedia. Per rendere omaggio al Sommo Poeta, in questa data siamo tutti invitati a leggere Dante e a celebrare il Dantedì. Ma perché leggere ancora Dante, oggi, a 700 anni dalla sua morte?
Ogni volta che in una classe Terza bisogna affrontare lo studio della sua Vita Nova, ad esempio, ci si aspetta che i ragazzi, di fronte alle difficoltà che questo testo presenta per chi si accinge a studiare la Letteratura italiana del Duecento, si chiedano e chiedano agli insegnanti a cosa serve leggere un’opera così lontana nel tempo. E così tutte le volte mi ritrovo a proporre io dei motivi validi per accettare di studiare la Vita Nova, pensando che tanto non convinco nessuno.
Per questo motivo, e anche perché quest’anno con la DAD è ancora più difficile discutere e parlare con gli studenti, ho deciso di chiedere io a loro di trovare almeno 10 motivi per cui abbia avuto senso leggere la Vita Nova.
E i ragazzi della 3F li hanno trovati, senza tanti problemi. Leggeteli e riflettete!
Professoressa Anna Di Colandrea
1.
La Vita Nova è un’opera scritta da Dante Alighieri tra il 1293 e il 1299 ed è interessante dal punto di vista della struttura, perché comprende una parte in prosa, che spiega e anticipa il testo poetico a cui si riferisce.
Per quanto il testo sia antico, ci sono dei validi motivi per cui anche una persona non particolarmente interessata al suo studio dovrebbe leggerlo. In fondo, leggere la Vita Nova ci aiuta a comprendere la storia, la lingua, le usanze, i pensieri e l’atmosfera del periodo in cui Dante è vissuto.
Un capitolo della Vita Nova è come un capitolo di un libro di storia.
2.
La Vita Nova si può leggere perché tratta dell’amore, tema che appassiona sempre, anche se rispetto al passato il linguaggio con cui se ne parla è diverso.
Infatti, Dante usa parole che oggi non si usano più, come pure le espressioni in latino che troviamo nel cap. II: “Heu miser, quia frequenter impeditus ero deinceps!”.
Resta il fatto che il sentimento dell’amore è eterno e tutti possono comprendere ciò che provava Dante.
3.
Anche se la concezione dell’amore per una donna irraggiungibile è lontana dalla nostra cultura di oggi, essa ci fa riflettere sul “puro amore”.
Certo, visto da un ragazzo moderno, il comportamento di Dante è strano, perché nessuno si metterebbe a scrivere poesie per la ragazza amata senza neanche poterla sfiorare, però proprio questo è un aspetto che ci può far riflettere sul “puro amore”.
4.
È innegabile che, data la complessità del linguaggio, la lettura possa risultare non semplice; eppure un linguaggio così lontano da quello che usiamo di solito porta ad un significativo arricchimento del lessico, che ci permette di esprimerci in modo più elegante e cortese.
5.
Il testo è ricco di espressioni tipiche del linguaggio cortese, che costruiscono un’ambientazione ricca di nobiltà d’animo e di amore, donando una sensazione di positività e di calma. Insomma, leggere la Vita Nova ha un effetto “terapeutico”, che tranquillizza il lettore, trasportandolo lontano dalla società odierna, spesso troppo veloce e concitata.
6.
Nel cap. II della Vita Nova, Dante sottolinea come il suo amore sia combattuto, perché è in bilico tra il sentimento e la ragione.
In realtà, questo suo essere in bilico è una delle sue più grandi qualità, perché come in tutte le cose un giusto equilibrio tra passione, sentimento e ragione permette una grande stabilità.
7.
Leggendo la Vita Nova, si ha la sensazione di assistere alla scena, guardandola con gli occhi stessi dell’autore e quindi non ci si annoia. Infatti, Dante tiene sempre le fila del racconto e si lascia conoscere, mettendo a nudo la sua anima, come quando descrive i sentimenti e gli effetti dell’amore sulle sue funzioni vitali.
Sono sentimenti e reazioni che potremmo provare tutti!
8.
Dante riesce a creare curiosità e interesse nel lettore, perché nel corso della storia si verifica un susseguirsi di eventi che non ti fanno mai capire come finirà. Ad esempio, quando Beatrice gli nega il saluto, il racconto diventa più avvincente perché c’è un colpo di scena!
9.
Dante riesce a trasmettere la tristezza e il dolore che prova dopo la morte di Beatrice nel cap. XXVIII, ma anche le emozioni positive che sente durante le sue vicende amorose, come per esempio quando riceve il saluto di Beatrice dopo nove anni che non la vedeva (cap. I-III). È una gioia che coinvolge ed emoziona.
10.
Il capolavoro dantesco può servire anche a migliorare il nostro presente. Molto spesso le donne vengono aggredite, non rispettate e non protette. Leggendo la Vita Nova si può imparare che bisogna seguire l’esempio morale di Dante, rispettando e lodando le donne, com’è giusto che sia.